Autore del libro è Walter De Stradis, giornalista professionista, direttore responsabile di “Controsenso Basilicata”. Il racconto si ispira alla vicenda di Giovanni De Blasiis, appassionato uomo di teatro, che negli anni Ottanta del ventesimo secolo, opera e si muove a Potenza, una città in cui serpeggiano ipocrisia e rassegnazione. L’attività del protagonista cambierà per sempre il modo d’intendere il teatro nel capoluogo lucano, ma proprio la sua città a un certo punto lo tradirà. Tuttavia, il suo esempio di impegno e serietà, non verrà dimenticato.
Prezzo: | €7.00 |
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BIBLIOTECA NAZIONALE POTENZA
18 OTTOBRE ORE 17,30
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
WALTER DE STRADIS “A PROPOSITO DI GIOVANNI”
(racconto ispirato alla figura di Giovanni De Blasiis)
Il libro di Walter De Stradis, giornalista e direttore di “Controsenso”, si ispira alla figura di Giovanni De Blasiis, uomo di teatro, politico e funzionario presso gli Uffici della Regione Basilicata, vittima di vicende giudiziarie che, purtroppo, pur riconosciuto innocente, gli segnarono la vita per sempre, e in modo tragico. Per la verità, il libro non parla direttamente di queste vicende. Maggiori informazioni si trovano nella allegata testimonianza di Dino Quaratino, amministratore unico di Cose di Teatro, e nell’intervista di Vito Lisi, componente della storica band Gli alunni del sole, il cui primo disco fu scritto proprio da Giovanni De Blasiis.
Walter De Stradis, pur essendo giornalista, infatti, non ha voluto fare cronaca o saggio; non fa nemmeno il racconto lineare e ordinato della vita di un personaggio, che pure ha lasciato traccia di sé nel panorama culturale della città di Potenza. Il libro è, piuttosto, una forte denuncia di una realtà che, apparentemente, appartiene al passato, ma che, invece, è anche attuale, se non più cruda.. L’autore, infatti, dando per scontata la conoscenza delle disavventure giudiziarie del protagonista, si è soprattutto preoccupato del contesto in cui la vicenda ebbe luogo, evidenziando in modo netto e deciso la contrapposizione tra due mondi sociali, culturali ed etici diversi: quello dell’innocenza, dell’onestà e dell’altruismo, rappresentati dal protagonista, e quello dell’ipocrisia, dell’invidia, del malcostume e dei tradimenti, personificati dalla schiera di adulatori e opportunisti, che si piegano al potere solo per riceverne profitti.
L’esposizione procede per sei blocchi o scene, come può accadere in una moderna pièce teatrale, coincidenti con i sei brevi capitoli, apparentemente sconnessi l’uno dall’altro. È compito del lettore comporre il tutto, come si fa con le tessere di un mosaico, sì da ricavare quale e quanta fu l’opera di Giovanni De Blasiis a favore della diffusione e organizzazione della cultura teatrale nella sua città.
Nel primo capitolo Giovanni De Blasiis è nelle vesti e maschera di Pierrot, che, dopo la terribile vicenda giudiziaria che lo ha segnato per sempre, attraversa quegli stessi corridoi della Regione che, solo poco tempo prima, aveva attraversato come rispettato funzionario ed esponente della potente Democrazia Cristiana. L’attenzione è centrata, quindi, sul ruolo che, in qualità di Presidente dell’Associazione Basilicata Spettacolo (ABS), ebbe per un decennio, quale organizzatore e promotore delle stagioni teatrali. Grande fu la sua tensione etica e di fede nella cultura e nell’arte: “L’artista – dice nel secondo capitolo al giornalista che lo intervista (Davide-Walter) – è, nella società moderna, come un lume che indica una strada, una strada che egli segue istintivamente, ma che tutti devono sforzarsi di percorrere, o meglio di ripercorrere per costruire un mondo nuovo a misura d’uomo”. Sono parole che trovano un immediato riscontro nell’intervistatore, interessato egli pure dalla stessa tensione morale in una città difficile qual è Potenza, città borghese, condiscendente e unita intorno a chi comanda. Il giornalista Davide-Walter sa che “fare il giornalista in una città come Potenza e soprattutto cercare di farlo in un certo modo, implica doversi dimenare dietro le sbarre immateriali di un paese ipertrofico che sa diventare un penitenziario a cielo aperto”. A Potenza, insomma, non è facile essere liberi. Volle esserlo Giovanni De Blasiis, ma pagò. Nello stesso capitolo si accenna doverosamente alla vicenda che portò, nel 1986, alla fusione tra la l’Associazione Teatrale Basilicata (ATB), emanazione della Democrazia Cristiana, e il Consorzio Teatro Basilicata 8CTB), emanazione di sinistra, dando luogo ad una sorta di “compromesso storico” con la creazione della vivace Associazione Basilicata Spettacolo (ABS).
Assolutamente particolare e imprevedibile è, nel terzo capitolo, intitolato La cambiale, il racconto di De Blasiis, che riferisce come, per superare le tante difficoltà economiche e i ritardi dei contributi statali, avesse impegnato i propri beni, lasciando una cambiale in bianco alla BNL.
Nel quarto capitolo si narra di una cena con Flavio Bucci, noto attore teatrale, dopo lo spettacolo. È l’occasione per mettere a confronto la vita dell’uomo di teatro, interessato solo alla cultura, che quella sera paga, a proprie spese, anche la cena per gli ospiti e gli amici, e il comportamento da profittatore dell’Assessore che, ignorando la “convenzione” col ristoratore, mangia e beve secondo i suoi gusti e i suoi desideri, sapendo di non dover pagare. Non si può non rimarcare la differenza con lo spazzino che mangia quanto previsto, e paga quanto dovuto!
Notevole, infine, è, nel quinto capitolo, la descrizione della passeggiata, per la centralissima Via Pretoria, dell’onorevole per antonomasia, sempre in auge, potente, nonostante sue “debolezze” inconfessate e inconfessabili. Sotto i portici del Gran Caffè Italia siedono, come sempre, i “pecoroni” di turno e gli opinionisti, che commentano, con cinico compiacimento, le ultime “rivelazioni” dei quotidiani. Alla vista dell’onorevole, tutti si alzano per salutarlo con rispetto, lasciando accuratamente aperto il giornale proprio alla pagina che riporta la notizia dello scandalo del Grande Albergo. È in questo capitolo che si danno le notizie circa l’arresto di Giovanni De Blasiis, il carcere e la sua assoluzione con formula piena. Ma questo non basta, né basta il risarcimento di quaranta milioni di lire. La solitudine del carcere, in cui aveva trascorso undici giorni, dodici ore e trenta minuti, lo avevano marchiato per sempre, portandolo alla vergogna, all’isolamento e alla espulsione dalla vita sociale. Sentiva “su di sé il peso di una città ipocrita, ruffiana e delatrice, dove tutti avevano paura di incontrarlo”. Né l’amore della moglie Rossella e dei suoi figli bastò a non fargli prendere l’autobus (sesto capitolo), da cui si lasciò portare verso quella meta che ormai vedeva come suo destino”, settima e ultima “scena” del “suo” dramma.
A mo’ di introduzione dei capitoli ci sono sette disegni del pittore Nicola Gaetano Cuccaro; le illustrazioni delle copertine sono invece del vignettista Giulio Laurenzi. È appena il caso di annotare che, dopo la lettura, si resta con l’amaro in bocca. Pertinente, quindi, è l’invito di Paolo Albano, che così scrive nel Prologo: ”Leggete questo libro perché imparerete cosa significhi aggredire una persona di solitudine e perché promettiate di non farlo mai più. Tutti noi lo abbiamo fatto e lo facciamo. Molti, poi, stanno affollando la categoria degli odiatori, quelli che non vedono l’ora di affossare qualcuno al minimo indizio, quelli che considerano il dubbio una debolezza e il giudizio un atto di virilità”.
Franco Villani, editore
INFORMAZIONI:
Autore | Walter De Stradis |
Isbn | 978-88-98200-078 |