Albert Camus e Lalla Romano, con noi oggi più che mai
Albert Camus e Lalla Romano: uno scrittore e una scrittrice del Novecento, due voci che hanno saputo amare le radici della nostra civiltà, difendendo i valori fondamentali dell’umanità. Sono nati entrambi nei primi anni del Novecento in luoghi diversi dai quali non si sono mai separati; ad essi sono stati fedeli per tutta la vita. Le loro origini sono differenti: Albert nasce in una famiglia molto povera mentre la famiglia di Lalla è di origini borghesi. Così come sono differenti i paesaggi nei quali crescono: Albert al mare, Lalla tra le montagne; luoghi magici, nei quali si radicano, per entrambi, valori ed affetti. Nelle loro opere c’è un appello alla semplicità, alla trasparenza, ad una fedeltà al reale che permette la comunicazione e l’amore tra gli uomini. Entrambi cercano verità modeste, volte a salvare la vita presente e l’individuale concretezza dell’uomo.
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Sibille e Veggenti, profezie, annunci, visioni
Le Sibille sono sia figure storicamente esistite, sia figure mitologiche. In una civiltà declinata al femminile, la donna ha il privilegio di capire il mondo. E’ una donna-Sibilla a guidare comunità pacifiche in armonia con la natura. Profetizza in scenari naturali, extraurbani, prevalentemente grotte all’interno di rocce. Ricorrente è la presenza dell’acqua o la vicinanza con una sorgente come strumento divinatorio. Per questa ragione le Sibille sono assimilabili alle Ninfe dei fiumi e dei corsi d’acqua, o alle Sirene che stazionavano sulla riva del mare. Presenti in tutte le maggiori opere letterarie dell’antichità, le Sibille, a partire dall’XI secolo, hanno influenzato l’arte cristiana ispirando numerosi cicli pittorici, scultorei ed incisori. La seconda parte del volume presenta una documentata ricerca sul ciclo delle Sibille presente nella Chiesa del Carmine di Contursi Terme. La terza parte del libro indica luoghi legati al culto della Dea Madre (fino a Mefite) e luoghi in cui sono presenti raffigurazioni di Fauni e Sirene Bicaudate.
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Il grillo e la cometa
“Era un grillo stanco, malato e depresso”. Comincia così il lungo racconto o romanzo breve di Nino, all’anagrafe Eustachio Giordano. Era un grillo destinato a una meschina e triste fine, se una provvidenziale cometa non l’avesse invitato a salire sulla sua coda, intraprendendo con lui una straordinaria avventura. […] Vola dunque la cometa, trascinandosi il grillo per mirabolanti avventure, splendidi paesaggi celesti, ma anche improvvise tormente, scoppi rapidi e assordanti di fuochi, tuoni, lampi o pioggia di meteoriti, che arrivano violenti, costringendo il grillo a riparare in una nicchia formatasi nel ghiaccio, sulla coda della cometa. Ardita è la cometa, come ardito è il pensiero, nel suo viaggio istintivo verso la fonte della vita, che è nel sole.
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La Basilicata verso l’Unità d’Italia
Volume denso, ricco, impegnativo e impegnato. Non è un volume super partes, o, se si vuole, sine ira et studio. Ciò risponde ad una precisa concezione che Natale ha sempre avuto e ha della storiografia e del valore di un’opera storica Non ci si deve aspettare un “racconto”, quale ordinata e cronologica elencazione di eventi. A partire dal 1740 e a giungere al 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia, Natale spiega come emerse la questione meridionale, quando fu messa in evidenza l’esistenza di due Italie. Si traccia, a tal fine, decennio per decennio, il quadro socio-economico del Sud, con particolare riferimento alla provincia di Lucania Basilicata. Molto lenta e graduale – osserva – fu l’acquisizione di una coscienza di classe da parte dei ceti subalterni, con sussulti di lotta e di rivendicazioni. Tra questi Natale inserisce il brigantaggio, “guerra per bande”. Sono i segni di un modo di atteggiarsi della storiografia dei “magnifici anni Sessanta”, tra sogni e utopie. E’ “documento umano”, che, oggi, soprattutto per chi fu giovane allora, “prende” almeno tanto quanto il quadro economico-sociale, così analiticamente tracciato.
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Terra e Libertà, Giuseppe Avolio una vita socialista
Il libro raccoglie le relazioni e le testimonianze di amici e colleghi testimonianze partecipanti al Convegno svoltosi a Roma il 16 dicembre 2016 per rciordare la figura e l’opera politica e sindacale
Svolta da Giuseppe Avolio nato ad Afragola (Napoli) il 10 dicembre 1924. Deputato per tre legislature (1958-1972,) è, con Lelio Basso tra i promotori del nuovo PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria Nel 1972, in seguito allo scioglimento del PSIUP, decide con convinzione di ritornare nel PSI, di cui diventa, fra il 1973 e il 1977, responsabile nazionale della politica agraria. Nel dicembre 1977 dà vita alla Confederazione Italiana Coltivatori (CIC, divenuta, dal 1992, la Confederazione Italiana Agricoltori, CIA), la prima organizzazione professionale autonoma dai partiti, dai sindacati e dai governi. Nel 1983 viene nominato membro dell’Accademia Nazionale di Agricoltura di Bologna e, nel 1989, anche dell’Accademia dei Georgofili di Firenze. Aggredito da un male incurabile, si spegne a Roma il 1 novembre 2006.
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Francesco De Sanctis, il maestro, l’insegnante, il critico
Mentre il mondo correva verso le magnifiche sorti e progressive, De Sanctis ebbe il coraggio di affermare il primato del sentimento sulla ragione. Da questa premessa, scaturiva il bisogno di badare soprattutto alla educazione del sentimento e dell’uomo da salvare. Di qui un articolato pensiero pedagogico, generalmente sconosciuto.
Professore, uomo nuovo di una Italia nuova, De Sanctis fu anche il maestro della critica italiana, derivante dal ruolo che egli dava alla letteratura, alla scrittura e, per essa, alla cultura, che non ha senso se non si traduce in magistero educativo oltre le pareti della scuola. Meridionale, proveniente da un paese isolato, De Sanctis pensò sempre al Sud, alla sua Morra Irpina, oggi Morra De Sanctis, e alla vicina Lucania Basilicata, i cui monti vedeva da casa. Fu così che scoprì il primo nucleo di una letteratura lucana.
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Fabio, dal gruppo al branco
Il libro si ispira ad un testo di scrittura, frutto di una storia vera, che raccoglie le esperienze, le emozioni di una vicenda di emarginazione, di discriminazione, di riscatto, di un ragazzo che da una vita normale si ritrova a divenire un bullo, e da bullo un delinquente.
Fabio è un ex alunno, detenuto presso la Casa Circondariale maschile di Potenza, al quale la vita ha riservato momenti di buio e di grande dolore. È in carcere con l’accusa di concorso in omicidio per essersi trovato nel “posto sbagliato al momento sbagliato”. Sta scontando la sua pena, ma ha una gran voglia di ricominciare una nuova vita perché come afferma lo stesso protagonista: “È tutto così triste ed ingiusto, ma si va avanti perché è pur sempre vita!”.
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Raccontare storie per costruire ponti
Raccontare storie per costruire ponti tra le generazioni, volume II, è la continuazione del progetto dell’Associazione culturale “Donne 99” svolto in collaborazione con l’Unicef di Potenza. Il progetto si è avvalso della narrazione quale strumento per recuperare la propria identità al fine di trasmetterla alle generazioni future. “Le storie, infatti, accompagnano l’uomo fin dalla notte dei tempi, rendono semplici i concetti complessi, veicolano informazioni, emozioni e valori. Le storie toccano il cuore di chi le ascolta, riescono a creare un ponte, a far sentire due persone, lontane e distanti, vicine”.
Il libro è diviso in quattro parti che raccontano le “Tradizioni Pasquali” di Tito e di altri paesi, “l’Innamoramento e l’amore”, la “Fratellanza e la Sorellanza” e “l’Essere madre”.
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Una ragazza di nome Linda
Incredulità, sgomento, dolore… sono state queste le reazioni alla tremenda notizia che Linda nel cuore della notte del 23 aprile 2022 è volata in cielo. Linda era nata a Potenza il 21 Giugno del 1997. Dopo aver frequentato la scuola elementare di Via Perugia, dal 2003 al 2008, e la scuola media, dal 2008 al 2011 ha conseguito la maturità al Liceo Classico di Potenza. La frequenza dell’oratorio salesiano Don Bosco ha indirizzato la scelta degli studi universitari da compiere. Nel 2017, infatti, s’iscrive alla Facoltà di Scienze dei Servizi Sociali a Salerno. Un’inattesa sospensione dei corsi la obbliga a trasferirsi all’Università del Molise. Nel mese di ottobre del 2020 consegue la laurea triennale in Scienze dei Servizi Sociali. Per conseguire la laurea magistrale si iscrive alla Facoltà “Politiche e Management per il Welfare” di Chieti, laurea che non fa in tempo a conseguire perché il 23 aprile 2022 sale in cielo. Successivamente l’Università le attribuisce la laurea alla memoria (le mancavano solo tre esami). Il libro è composto da quattro sezioni. La prima sezione (Vivo nel mio diario) riporta le pagine del suo diario. Le sezioni, Vivo nei vostri ricordi e Vivo nei vostri pensieri, riportano le toccanti testimonianze di parenti, amici e compagni di scuola e di vita. Nella quarta sezione, (Vivo in quello che continuerò a fare) si dà notizia che a breve nascerà la fondazione APS “Semi di girasole” che sarà a lei dedicata sia per consolidare il suo attaccamento all’Oratorio salesiano sia per ricordare il suo impegno come “animatrice-modello” a cui ispirare il lavoro socio-educativo della comunità salesiana.
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Fra’ Tommaso, uomo francescano
L’esperienza di fra’ Tommaso resta alquanto misteriosa e diremmo profetica. Valente nel mondo della ingegneria elettronica, anzi molto esperto da sorprendere capi-azienda e colleghi operai, però anche schivo e riservato, ma sempre aperto quando si trattava di relazione di fraternità, di accoglienza, di servizio. Non voleva essere di peso a nessuno, seppure sempre disponibile per aiutare gli altri. Dopo il cammino formativo e vocazionale nei luoghi dell’Ordine, sceglie di sospendere per andare a Torino, studiare e specializzarsi nell’Ingegneria: cosa non facile sia per l’impegno nello studio, sia per la sua situazione precaria nell’ambiente. Già si vede in Tommaso il viaggio dell’uomo del Sud, come tanti, verso il Nord alla ricerca di qualcosa che potesse realizzare un desiderio, un sogno, di cultura del lavoro, di scoperta. Ma non è fuggito dalla vocazione secondo la via del Poverello, anzi ne fa esperienza ancora più marcata in una situazione di ambiente nuovo e non certo accogliente per chi viene da fuori. Conseguito il titolo e la preparazione, scende di nuovo e bussa ancora una volta al convento con una proposta sorprendente: frate in azienda.
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