Fabio, dal gruppo al branco
Il libro si ispira ad un testo di scrittura, frutto di una storia vera, che raccoglie le esperienze, le emozioni di una vicenda di emarginazione, di discriminazione, di riscatto, di un ragazzo che da una vita normale si ritrova a divenire un bullo, e da bullo un delinquente.
Fabio è un ex alunno, detenuto presso la Casa Circondariale maschile di Potenza, al quale la vita ha riservato momenti di buio e di grande dolore. È in carcere con l’accusa di concorso in omicidio per essersi trovato nel “posto sbagliato al momento sbagliato”. Sta scontando la sua pena, ma ha una gran voglia di ricominciare una nuova vita perché come afferma lo stesso protagonista: “È tutto così triste ed ingiusto, ma si va avanti perché è pur sempre vita!”.
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Raccontare storie per costruire ponti
Raccontare storie per costruire ponti tra le generazioni, volume II, è la continuazione del progetto dell’Associazione culturale “Donne 99” svolto in collaborazione con l’Unicef di Potenza. Il progetto si è avvalso della narrazione quale strumento per recuperare la propria identità al fine di trasmetterla alle generazioni future. “Le storie, infatti, accompagnano l’uomo fin dalla notte dei tempi, rendono semplici i concetti complessi, veicolano informazioni, emozioni e valori. Le storie toccano il cuore di chi le ascolta, riescono a creare un ponte, a far sentire due persone, lontane e distanti, vicine”.
Il libro è diviso in quattro parti che raccontano le “Tradizioni Pasquali” di Tito e di altri paesi, “l’Innamoramento e l’amore”, la “Fratellanza e la Sorellanza” e “l’Essere madre”.
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Una ragazza di nome Linda
Incredulità, sgomento, dolore… sono state queste le reazioni alla tremenda notizia che Linda nel cuore della notte del 23 aprile 2022 è volata in cielo. Linda era nata a Potenza il 21 Giugno del 1997. Dopo aver frequentato la scuola elementare di Via Perugia, dal 2003 al 2008, e la scuola media, dal 2008 al 2011 ha conseguito la maturità al Liceo Classico di Potenza. La frequenza dell’oratorio salesiano Don Bosco ha indirizzato la scelta degli studi universitari da compiere. Nel 2017, infatti, s’iscrive alla Facoltà di Scienze dei Servizi Sociali a Salerno. Un’inattesa sospensione dei corsi la obbliga a trasferirsi all’Università del Molise. Nel mese di ottobre del 2020 consegue la laurea triennale in Scienze dei Servizi Sociali. Per conseguire la laurea magistrale si iscrive alla Facoltà “Politiche e Management per il Welfare” di Chieti, laurea che non fa in tempo a conseguire perché il 23 aprile 2022 sale in cielo. Successivamente l’Università le attribuisce la laurea alla memoria (le mancavano solo tre esami). Il libro è composto da quattro sezioni. La prima sezione (Vivo nel mio diario) riporta le pagine del suo diario. Le sezioni, Vivo nei vostri ricordi e Vivo nei vostri pensieri, riportano le toccanti testimonianze di parenti, amici e compagni di scuola e di vita. Nella quarta sezione, (Vivo in quello che continuerò a fare) si dà notizia che a breve nascerà la fondazione APS “Semi di girasole” che sarà a lei dedicata sia per consolidare il suo attaccamento all’Oratorio salesiano sia per ricordare il suo impegno come “animatrice-modello” a cui ispirare il lavoro socio-educativo della comunità salesiana.
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Fra’ Tommaso, uomo francescano
L’esperienza di fra’ Tommaso resta alquanto misteriosa e diremmo profetica. Valente nel mondo della ingegneria elettronica, anzi molto esperto da sorprendere capi-azienda e colleghi operai, però anche schivo e riservato, ma sempre aperto quando si trattava di relazione di fraternità, di accoglienza, di servizio. Non voleva essere di peso a nessuno, seppure sempre disponibile per aiutare gli altri. Dopo il cammino formativo e vocazionale nei luoghi dell’Ordine, sceglie di sospendere per andare a Torino, studiare e specializzarsi nell’Ingegneria: cosa non facile sia per l’impegno nello studio, sia per la sua situazione precaria nell’ambiente. Già si vede in Tommaso il viaggio dell’uomo del Sud, come tanti, verso il Nord alla ricerca di qualcosa che potesse realizzare un desiderio, un sogno, di cultura del lavoro, di scoperta. Ma non è fuggito dalla vocazione secondo la via del Poverello, anzi ne fa esperienza ancora più marcata in una situazione di ambiente nuovo e non certo accogliente per chi viene da fuori. Conseguito il titolo e la preparazione, scende di nuovo e bussa ancora una volta al convento con una proposta sorprendente: frate in azienda.
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Una storia, tante facce
Il volume, seppure in modo non esaustivo, racconta la Storia del Calcio a Castronuovo, dei tanti protagonisti che si sono cimentati con questo sport richiamando le loro peculiarità, il loro spirito e il loro modo di stare in campo. Il ricco corredo fotografico, che copre un periodo di circa 70 anni, presenta i volti dei calciatori che, calcando quel rettangolo di gioco del mitico Campo del lago prima e del Campo di contrada Cerasia poi, hanno suscitato entusiasmo e orgoglio negli appassionati spettatori di quelle domeniche del paese. Tante sono le facce anche degli innumerevoli avversari delle squadre dei paesi vicini con cui, seppure dopo accanite e spigolose partite si è instaurato rispetto, stima, familiarità e amicizia che sono durati nel tempo e che sono stati tanta parte del calcio castronovese e del calcio della regione Basilicata.
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Georges Brassens, amico mio
Il volume può essere considerato l’opera omnia di Beppe Chierici che ha realizzato il sogno della sua vita: tradurre in italiano “tutte” le canzoni di Georges Brassens, poeta, compositore e cantautore francese con origini lucane. Il libro si divide in tre parti. La prima è costituita da una nota dell’editore Franco Villani, da un’introduzione e un’intervista di Giancarlo Passarella che mettono in risalto la vita artistica e professionale di Chierici. Seguono: un testo in francese di Mirella Conenna, e un testo di Margherita Zorzi che riflettono sugli aspetti metrici e stilistici affrontati da Chierici nella traduzione-trascrizione in italiano delle canzoni di Brassens. Segue un’accurata analisi tematica e stilistica della giovane neo-laureata Isabel Perrone sulla canzone “Les patriots” (“I patriottardi”, nella traduzione in italiano). Conclude la prima parte una nota dello stesso Beppe Chierici che racconta un po’ della sua vita d’artista giramondo, del suo incontro con l’opera poetica e musicale di Brassens e la sua amicizia con lui. La parte centrale del testo è composta dalle 170 canzoni di Brassens con testi a fronte in francese e in italiano. La terza parte si apre con una postfazione di Walter De Stradis, un testo di Andrea Caponeri, che prende spunto da un’avventura africana di Beppe per parlare della discografia di Chierici e Brassens. Segue una rassegna stampa sulla cinquantennale opera musicale di Chierici. La chiusura del volume è affidata alle illustrazioni di Dario Faggella.
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Istoria della città di Potenza
Giuseppe Rendina scrive Istoria della città di Potenza fra il 1668 e il 1673. Nel 1758, don Gerardo Picernese la trascrive e la accresce aggiungendovi informazioni che arrivano fino al 1773. Nel 1913, un certo Vincenzo Losasso vendeva il manoscritto alla Biblioteca Provinciale di Potenza. Il manoscritto è composto da 793 pagine distribuite in quattro libri. Fra gli argomenti trattati: origini della città di Potenza, Vita e Martirio dei Santi Dodici Fratelli, Vita e Morte del Glorioso S. Laviero, Martirio dei Santi Primo, Sonzio e Valentino, Vita di Gerardo La Porta di Piacenza, cronotassi dei vescovi dal 494 al 1771, infeudazione di Potenza alla famiglia Guevara e, successivamente, ai Loffredo. Il manoscritto presenta molti brani in latino. Per favorirne una più ampia divulgazione e comprensione, nelle note,sono state inserite le relative traduzioni in italiano.
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Disegno storico della Letteratura Lucana
Il nostro Disegno storico della letteratura lucana guarda al lettore comune. Nella prima parte, procedendo dall’età classica fino ai giorni nostri, traccia le linee che le lettere lucane hanno avuto in relazione alla individualità dello scrittore e al tempo. Nella seconda parte, il lettore troverà trentatré schede monografiche, dedicate a trentatré autori definiti “protagonisti”. L’opera non è scritta con la freddezza di un catalogo, ma con partecipazione, come vuole chi col pubblico intende dialogare, e come vuole chi ritiene che non si può fare critica letteraria se non entrando nell’intimo dell’uomo e nel suo tempo. Il che chiede simpatia ed empatia. Cosa che Caserta sa esercitare bene, non fosse altro perché, critico letterario, pur di indirizzo sociologico e storico, è anche scrittore – lasciatecelo dire – di valore nel panorama lucano.
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