Alfonso Salazar, di famiglia spagnola, nel 1589, acquistò il feudo per 34.000 ducati governandolo fino alla sua morte quando viene sepolto in Vaglio nella chiesa madre di S. Pietro. Gli successe il figlio Andrea, uomo di grande impegno pubblico e culturale. Don Andrea morì a Potenza affranto dal dolore e dalle lotte sostenute per salvare da rovina il figlio Francesco. Costui, infatti, privato del feudo e pieno di debiti visse dal 1626 al 1642 come ospite del cognato Antonio Carafa, marchese di Bitetto. Spinto dal desiderio di vendetta, nell’aprile del 1646, Francesco Salazar assaltò il palazzo baronale di Vaglio sequestrando il barone in carica. In conseguenza di questa azione il conte Francesco fu preso e condannato al carcere dove rimase fino a settembre 1647. Dopo la rivolta di Masaniello, la Francia, da sempre contraria agli Spagnoli, nominò Francesco “preside e vicario” per la provincia di Basilicata affidandogli il comando delle forze insurrezionali che sottomisero molti paesi della regione. I successivi dissensi tra Salazar e l’alleato Matteo Cristiano portarono all’indebolimento delle loro forze. Catturato e, condannato a morte, il conte Francesco venne strangolato e poi decapitato.