Volume denso, ricco, impegnativo e impegnato. Non è un volume super partes, o, se si vuole, sine ira et studio. Ciò risponde ad una precisa concezione che Natale ha sempre avuto e ha della storiografia e del valore di un’opera storica Non ci si deve aspettare un “racconto”, quale ordinata e cronologica elencazione di eventi. A partire dal 1740 e a giungere al 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia, Natale spiega come emerse la questione meridionale, quando fu messa in evidenza l’esistenza di due Italie. Si traccia, a tal fine, decennio per decennio, il quadro socio-economico del Sud, con particolare riferimento alla provincia di Lucania Basilicata. Molto lenta e graduale – osserva – fu l’acquisizione di una coscienza di classe da parte dei ceti subalterni, con sussulti di lotta e di rivendicazioni. Tra questi Natale inserisce il brigantaggio, “guerra per bande”. Sono i segni di un modo di atteggiarsi della storiografia dei “magnifici anni Sessanta”, tra sogni e utopie. E’ “documento umano”, che, oggi, soprattutto per chi fu giovane allora, “prende” almeno tanto quanto il quadro economico-sociale, così analiticamente tracciato.