L’opera descrive le 21 chiese tuttora esistenti a Calvello su 28 luoghi di culto costruiti nel corso della storia del paese. Le chiese custodiscono una straordinaria raccolta di opere d’arte che vanno dalla fine del XI secolo ai nostri giorni. L’opera è corredata da una ricca documentazione fotografica.
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Dal lavoro di ricerca sulla millenaria storia delle chiese di Calvello è emerso che nel nostro paese fra chiese, cappelle, conventi e santuari sono stati costruiti 28 luoghi di culto. Ad oggi ne sono esistenti 21: S. Giovanni Battista, S.Maria de Plano, S.Nicola, Madonna degli Angeli, S.Antuono, S.Giuseppe, Monastero Santa Maria de Plano, Cenobio di S.Pietro, Trinità, Santuario della Madonna del Monte Saraceno, Potentissima, S.Francesco da Paola, Purgatorio, S.Antonio, Costantinopoli, Annunziata, S.Lucia, Madonna delle Grazie, S.Cataldo, S.Anna, S.Biagio. Le chiese non più esistenti sono sei: S.Caterina, Convento delle Teresiane, S. Zaccaria, S. Elia, S. Sebastiano, S.Sofia, S. Domenico. L’esistenza a Calvello di toponimi greco- bizantini come S. Nicola de’ Grecis, Santa Caterina d’Alessandria, S. Antonio Abate, Costantinopoli, S. Elia, S. Biagio inducono ad ipotizzare che, prima dell’arrivo dei benedettini, giunti a Calvello intorno alla fine dell’anno Mille, ci fosse in questi luoghi una diffusa presenza di monaci Basiliani italo-greci.
Un documento storico riportato in “Italia Sacra sive de episcopis Italiae et insularum adiacentum, tomo VII, Venetiis” 1721, di F. Ughelli attesta che nel 1089 nel paese erano già esistenti due chiese: “una dedicata a S. Nicola che si trova nei pressi del castello di Calvello e l’altra Santa Caterina, che si trova nei pressi del fiume vicino a Calvello”. Altri documenti storici attestano l’esistenza della chiesa di S. Maria de Plano già alla data del 1145 quando, al Monastero di Santa Maria de Plano, vengono donati dei terreni da parte di “Matheus de Calvelli” signore del castello di Calvello. Lo stesso Matteo nel 1147, alla presenza della moglie Olimpia e dei figli Guglielmo e Berardo, donò al Priore di S. Pietro de Cellaria la chiesa, fuori le mura, della Santissima Trinità. La presenza a Calvello dei benedettini (fino al 1379) e dei Francescani (dal 1587 al 1866) ha dato un impulso notevole alla crescita religiosa e civile della comunità.
Nel 1543-1544 l’Arcivescovo della Diocesi di Matera ed Acerenza Michele Saraceno effettuò una visita pastorale nei 21 comuni della Diocesi. Dall’inventario della visita risulta che a Calvello erano esistenti 12 chiese: S.G. Battista, S. Cataldo, S. Sebastiano, Santa Sofia, S. Angelo, (attuale Madonna degli Angeli) Annunziata, Santa Lucia, S. Antonio Abate, S. Nicola, S. Pietro del Cellaria, Santa Maria De Plano. Mentre altre 3 chiese risultavano rovinate: S. Zaccaria, S. Elia e S. Domenico. Arciprete del tempo era Don Evangelista De Marco affiancato da 15 religiosi (preti e diaconi) e 11 chierici.
In un documento successivo, catasto conciario del 1748, si rileva che Calvello contava 3650 abitanti e 22 luoghi di culto. In paese c’erano 10 chiese e 4 cappelle, mentre 8 fra cappelle e santuari erano fuori dalle mura del paese.
In quel periodo la Basilicata aveva meno di 250.000 abitanti, divisi in 117 centri abitati. Matera, sede arcivescovile, era la città più grande con 13.382 abitanti. Seconda era Potenza con circa 8.000 abitanti, seguita da tre centri con più di 5.000 abitanti. Tredici centri avevano più di 3.000 fra i quali Calvello con circa 3.700. Nel censimento del 1816 Calvello contava 6400 abitanti. Potenza, diventato capoluogo di Provincia nel 1806, ne aveva 8800.
Dei 747 nuclei familiari censiti dal catasto 19 avevano un frate, 2 un prete e 1 un padre monaco delle suore Teresiane. Solo tre erano le monache Teresiane. Non è invece menzionato il numero delle suore del Monastero di S. Maria de Plano e dei francescani. I preti secolari erano 39, dei quali un diacono e tre cosiddetti vice diaconi. La maggiore presenza di abitanti e l’opera svolta da tutti i religiosi presenti spiegano in parte la numerosità dei luoghi di culto esistenti e la ricchezza artistica delle chiese del paese.
Dopo il 1816 la popolazione cominciò a decrescere: 6.030 abitanti nel 1843, 5.941 nel 1852, 5.801 nel 1857. Il decremento assunse la forma di un vero e proprio esodo a partire dal 1880, quando furono migliaia i calvellesi che presero la via dell’emigrazione per gli Stati Uniti e per l’America Meridionale, specialmente in Argentina e Brasile. Dai 4.828 abitanti del 1884 si passa ai 3.377 del 1900. La massiccia emigrazione degli anni Sessanta verso la Svizzera e la Germania e la successiva emigrazione nelle regioni del nord dell’Italia hanno drasticamente ridotto la popolazione odierna che supera di poco i 2.000 abitanti. La pubblicazione delle guide è anche un modo per ricordare a tutti i calvellesi, anche a quelli che non vivono più in paese, la ricchezza del patrimonio artistico del nostro paese natale.
INFORMAZIONI:
Autore | Franco Villani - Giovanni Larocca |
Isbn | 978-88-98200-108 |