Come scrivono, come pensano, come si comportano i giovani di oggi. Quale è il rapporto con se stessi, con gli amici, con i genitori. Come vivono la scuola e le relazioni con i professori. Quali sono i gusti alimentari e le marche di abbigliamento che prediligono. Quale musica ascoltano, quali libri leggono, quale è il loro linguaggio. Il testo di Simone Spera, studente, ci offre uno spaccato della condizione esistenziale giovanile, caratterizzato dall’uso smodato e totalizzante dello smart phone, di selfie, di Facebook, di Watts-app, di Instagram, di Spotify…
Prezzo: | €10.00 |
SKU: | 9788898200320 |
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Prendo l’iPhone e faccio partire la mia playlist
Nota dell’editore
Come scrivono, come pensano, come si comportano i giovani di oggi. Quale è il loro rapporto con se stessi, con gli amici, con i genitori. Come vivono la scuola e il loro rapporto con i professori. Quali sono i gusti alimentari e le marche di abbigliamento che prediligono. Quale musica ascoltano, quali libri leggono, quale è il loro linguaggio. Il testo di Simone Spera, studente, ci offre uno spaccato della condizione esistenziale giovanile, caratterizzato dall’uso smodato e totalizzante dello smart phone, di selfie, dei social network, di face book, di watts-app, di instgram, di spotyfly…Il cellulare da strumento di rapida comunicazione, di cui non sempre si fa buon uso, è usato come passatempo privilegiato per ascoltare play list musicali o rifugio in interminabili giochi “solitari”.
Il protagonista del nostro testo è Michele, un adolescente, figlio unico, che vive con genitori ancora piuttosto giovani e di spirito giovanile che, al di là delle incombenze e delle necessità lavorative e familiari, hanno ancora la voglia di trascorrere fuori casa, in pizzeria o nei locali da ballo, serate con amici e divertirsi. Tralasciano, perciò, e spesso, tra i doveri propri dei genitori, quello di vigilare sulla crescita del proprio figlio. Finiscono, di conseguenza, col delegare alla scuola, troppo comodamente, oltre che i dovuti compiti di istruzione, anche quelli difficili della educazione. Michele, di fatto, è costretto ad inventarsi, giorno dopo giorno, il modo di passare le ore, soprattutto extrascolastiche. Ne risente il profitto negli studi. Per fortuna, all’emergenza risponde la nonna, sopravvissuta ai nuovi tempi, non si sa ancora per quanto.
Si tratta di un testo scritto in forma di diario, con un lessico e un periodare tipico del nuovo mondo giovanile. Vi troviamo espressioni e modi di dire che urtano la sensibilità e, talvolta, la intelligenza, degli adulti, a partire dai genitori e dai professori. Sconvolte sono anche l’ortografia e la sintassi. Troviamo sta mattina (per stamattina), sta sera (per stasera), menomale, affianco, che palle!, telefono mia madre, ho deciso di saltarmi la scuola, da (per dà), ragà (per ragazza), Flà per Flavio, Michè per Michele… Parola, che è quasi un intercalare, è il termine cazzo, una volta tollerato negli adulti ma giammai nei ragazzi e, soprattutto, tra le ragazze. E invece…troviamo l’inevitabile quanto brutto approcciarsi o neologismi come Shalla per dire tranquillo, non te la prendere, stai sereno, o termini inglesi come outfit per indicare un insieme di abiti o accessori da indossare. Tipica è la immediatezza della comunicazione, imposta, del resto, dai nuovi strumenti tecnologici.
Con gli opportuni “distinguo” ci sembra possa appartenere a quel tipo di letteratura che un tempo era definita “selvaggia” e che ora potremmo chiamare “Millennials”, i cui autori sono giovani nati intorno al Duemila. La sua lettura ci ha fatto ripensare ad alcuni titoli degli anni Settanta, “Porci con le ali”, “Volevo i pantaloni” e simili…
In qualità di editore, abbiamo ritenuto di pubblicare il testo-diario senza apportarvi alcuna correzione linguistica, né di struttura, proprio per non alterare la genuinità e la spontaneità della rappresentazione del mondo descritto. Siamo convinti, infatti, che il testo, lasciato così com’è, può essere uno strumento prezioso per conoscere l’universo giovanile, spesso ruotante in forma parallela, ma senza intersecare quello adulto, se non per scontrarsi. Può essere utile soprattutto ai genitori e agli insegnanti che, riflettendo in maniera “distaccata” sui comportamenti e sui modi di agire e di essere degli adolescenti di oggi, meglio potranno capire il proprio ruolo, sì da evitare ogni forma di deriva. E, magari, amare sorprese.
Potenza, settembre 2017
Franco Villani
INFORMAZIONI:
Autore | Simone Spera |