Recensioni
“Adì primo de octobre 1497 de domenica cavalco Messere Joan Carllo tramontano Citadino Napolitano Conte de Mathera”, che, da città demaniale, si ritrovò città feudale. Era, Giovan Carlo Tramontano, il tipico rappresentante della nuova baronia spagnola, detta “loricata”. Trasferitosi stabilmente a Matera, il neo-Conte avviò presto interessanti operazioni economiche di tipo mercantile e finanziario che non mancarono di preoccupare la nobiltà del luogo. Fra le altre “industrie”, diede inizio alla costruzione di un ambizioso castello impiegandovi manodopera locale. L’aristocrazia terriera entrò in crisi. La sera del venerdì 29 dicembre 1514, si ebbe l’uccisione del Conte forestiero, dalla “vulgata” qualificato come tiranno. Ci fu un’inchiesta, cui seguì un indulto-perdono, concesso dietro versamento di diecimila ducati. La città riacquistava la sua demanialità. Ma era amore di libertà o paura del nuovo? Può la libertà comperarsi con denaro? Chi furono gli assassini? E se non l’avessero ucciso? La storiografia tradizionale preferì rifugiarsi nella facile retorica del tirannicidio e del Castello minaccioso. Ma si deve credere? Si può dubitare?
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